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Mercoledì 8 maggio a Pesaro Notte Michela Murgia

Murgia

Mercoledì 8 maggio a Pesaro TeatrOltre, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con il Comune di Pesaro, palcoscenico ampio per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei realizzato con il contributo di Regione Marche e MiC, invita il pubblico alla Notte Michela Murgia.

L’inizio alle ore 19 è alla Sala della Repubblica con la conversazione con Lorenzo Terenzi. Si prosegue con due spettacoli tratti dai testi dell’amata scrittrice scomparsa recentemente. Al Teatro Sperimentale (ore 20,30) Antonella QuestaValentina MelisTeresa Cinque – interpreti – e Marta Dalla Via – interprete e regista – danno vita a uno spettacolo comico e dissacrante, Stai zitta! e al Teatro Rossini (ore 22.30) è la volta di Accabadora di Veronica Cruciani, tratto da uno dei libri di Michela Murgia più letti in Italia negli ultimi anni (vincitore del Premio Campiello 2010), interpretato da Anna Della Rosa, in collaborazione con Associazione Percorso Donna nell’ambito del Festival Percorsi 2024.

«I tentativi di ammutinamento di una donna verificatisi sui media italiani negli ultimi anni sono numerosi – scrive Michela Murgia – la pratica dello “stai zitta” non è solo maleducata, ma soprattutto sessista perché unilaterale. Che cosa c’è dietro questa frase? Per quale motivo tutti coloro che la ascoltano pensano si tratti di una reazione normale nella dialettica con persone di sesso femminile?». Le “frasi che non vogliamo più sentirci dire!” contenute nel libro, offrono così l’occasione di raccontare in Stai zitta! la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di situazioni surreali. Dal mansplaining all’uso indiscriminato del nome proprio per le donne, passando per la celebrazione della figura “mamma e moglie di”, Questa, Melis e Cinque, guidate dalla sapiente regia di Dalla Via, sapranno coinvolgere il pubblico nella lotta contro gli stereotipi di genere, annullando già di fatto, con questo spettacolo, quello secondo cui “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”.

Il disegno luci è di Daniele Passeri, la fonica Marco Oligeri e Francesco Menconi, i costumi Martina Eschini, le scene Alessandro Ratti con la collaborazione di Alice SantiniLaura FortiFederica Di Maria, la produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’InnovazioneLaQ-Prod e Teatro Carcano e con il sostegno di Fondazione Armunia.

Accabadora uno dei più bei romanzi di Michela Murgia, edito da Giulio Einaudi Editore, nonché uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni (vincitore del Premio Campiello 2010) è lo spettacolo di Veronica Cruciani interpretato da Anna Della Rosa.  Il testo teatrale è scritto da Carlotta Corradi su richiesta della regista che da subito ha pensato di farne un monologo partendo dal punto di vista di Maria, la figlia di Bonaria Urrai l’accabadora di Soreni. Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria all’età di sei anni viene data a fill’e anima a Bonaria Urrai una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere; Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire.

Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. La produzione dello spettacolo è di Savà Produzioni CreativeEmilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.

Informazioni e biglietteria Teatro Rossini 0721 387621, circuito AMAT/vivaticket anche online, prevendite anche alla biglietteria Tipico.tips 0721 34121 – 340 8930362, Teatro Sperimentale 0721 387548 (il giorno di spettacolo dalle ore 19.30).

Il grande teatro internazionale a Pesaro con La vita che ti diedi

La vita che ti diedi

Il grande teatro internazionale è il protagonista dal 2 al 5 maggio al Teatro Rossini della Stagione Capitale di Pesaro capitale italiana della cultura 2024 promossa dal Comune e dall’AMAT, con il contributo di Regione Marche MiCStéphane Braunschweig, tra i principali registi della scena teatrale contemporanea e direttore artistico dell’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi, presenta La vita che ti diedi di Luigi Pirandello con un grande cast composto da Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi (2, 4 e 5 maggio) / Giulia Odetto (3 maggio), Fulvio Pepe, Enrica OrigoCaterina Tieghi, Fabrizio Costella.

Dopo i successi internazionali di Sei personaggi in cerca d’autoreI giganti della montagna, Vestire gli ignudi e Come tu mi vuoi, La vita che ti diedi, scritta nel 1923, è la tragedia più struggente del grande drammaturgo siciliano sul tema della maternità e del lutto. L’opera concepita da Pirandello per Eleonora Duse non venne mai recitata dall’attrice. Il testo venne rappresentato per la prima volta al Teatro Quirino di Roma il 12 ottobre 1923 da Alda Borelli.

«La vita che ti diedi è uno dei pochi testi che lo stesso autore abbia definito “una tragedia”. È anticipato da tre novelle scritte tra il 1914 e il 1916. Ne I pensionati della memoria, Pirandello si interroga sul rapporto tra i vivi e i morti, e formula forse per la prima volta, l’idea disturbante che quando si piange la perdita di una persona cara, non è la persona amata che si sta piangendo: “Voi piangete perché il morto, lui, non può più dare a voi una realtà”. In Colloqui coi personaggi, scritto subito dopo la morte della madre, Pirandello esplora la stessa idea in un lungo e struggente dialogo con la defunta.  Sconvolto dalla carneficina della Grande Guerra e angosciato dall’idea di perdere i figli al fronte, Pirandello scrive La camera in attesa, la madre e le sorelle di un soldato scomparso, non avendo la prova certa della sua morte, continuano a preparargli la camera in attesa del suo ritorno. La vita che ti diedi riprende alcuni degli elementi principali di questa novella, sviluppandone il tema su un registro ancora più radicale. Come può una madre sopravvivere alla morte del figlio? si chiede Pirandello. Semplicemente affermando che non è morto. O, più esattamente, fingendo che sia ancora vivo. [..] Nell’opera di Pirandello, la realtà della vita appare spesso come uno scandalo insuperabile, che il teatro o la follia hanno lo scopo di trasfigurare. Nel mondo immaginario del gioco teatrale o in quello parallelo della follia si può evadere, elevarsi, far vivere i morti e sfuggire alla logica paradossalmente mortifera della vita. In Pirandello, teatro e follia sono legati. Spesso i grandi personaggi pirandelliani sembrano pazzi a chi li circonda, ma, contrariamente ai veri pazzi, la loro è una pazzia voluta, la pazzia di chi vuole essere come i pazzi, e, al pari loro, rifiuta i limiti di una realtà ridotta alla sola verità dei fatti. […] Pirandello fa vacillare le nostre certezze, i nostri preconcetti, malgrado sappia che la realtà finirà per mettere fine all’illusione, ci fa capire quanto abbiamo bisogno di illusioni ma di illusioni coscienti e non delle menzogne che ci raccontiamo per restare in piedi. Quanto abbiamo bisogno di teatro per affrontare la vita».

Le scene dello spettacolo sono di Stéphane Braunschweig in collaborazione con Lisetta Buccellato, i costumi di Lisetta Buccellato, le luci di Marion Hewlett, il suono di Filippo Conti, assistente alla regia Giulia Odetto. Questo nuovo allestimento è prodotto da Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro ER T / Teatro Nazionale.

Sabato alle ore 17 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini per Oltre la scena la compagnia incontrerà il pubblico.

Informazioni e prevendite: Teatro Rossini 0721 387621, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli: giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.

Andar per Fiabe, domenica 21 aprile a Pesaro Rumori nascosti

Rumori nascosti

Domenica 21 aprile al Teatro Sperimentale di Pesaro Rumori nascosti del Teatro del Buratto con Emanuela Dall’Aglio, che firma anche la regia, e Riccardo Paltenghi, segna una nuova tappa di Andar per fiabe, stagione dedicata al teatro ragazzi promossa da AMAT con il Comune di Pesaro e con il contributo della Regione Marche, del MiC e della Provincia di Pesaro e Urbino.

Lo spettacolo, adatto anche ai bambini più piccoli (da 4 anni), attraversa l’inedita fiaba della ricercatrice di reperti, che normalmente conosce e sceglie gli elementi della storia che introduce, ma che in questo caso li troverà con fatica e scoprirà insieme al pubblico la loro utilità. Una fiaba pop-up, una casa che si apre e si snoda tra scale, porte e stanze in un’avventura dove i rumori nascosti, gli scricchiolii, le porte che cigolano, generano suoni, evocano immagini, spingono la mente della protagonista a combattere creature paurose e mitiche, prima informi e poi sempre più concrete, prendendo connotazioni lupesche, animale stereotipo delle paure notturne.

In quella casa vive Lucia, una bambina che si ritrova spesso a giocare da sola, una situazione che spesso i piccoli conoscono bene. Camminando tra queste stanze i pensieri prendono forma e lei cerca di raccontare le sue preoccupazioni a una famiglia che troppo spesso è occupata in altre faccende. Lucia vive la sua avventura scoprendo che le sue paure, i rumori sinistri di quella casa possono, per strane casualità essere generati da lei stessa. Ispirata al libro Lupi nei muri di Neil Gaiman, la fiaba rappresentata prende una sua autonomia soprattutto nel finale dove i lupi, come le paure, vengono cacciati non dalla violenza, ma dalla presa di coscienza delle proprie forze.

I paesaggi sonori e le luci dello spettacolo – prodotto con CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia – sono di Mirto Baliani, le costruzioni di Emanuela Dall’AglioMichele ColumnaVeronica Pastorino, collaborazione artistica di Veronica Pastorino.

Informazioni e biglietti presso biglietteria Teatro Rossini 0721 387621, circuito AMAT/vivaticket anche online, prevendite anche alla biglietteria Tipico.tips 0721 34121 – 340 8930362, Teatro Sperimentale 0721 387548, il giorno di spettacolo dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 a inizio spettacolo previsto alle ore 17.

Mistero Buffo di Fo e Rame per la Giornata internazionale del Teatro

Mistero Buffo

In occasione della Giornata internazionale del Teatro che si celebra mercoledì 27 marzo e in omaggio al compleanno di Dario Fo (24 marzo), Pesaro Capitale italiana della cultura 2024, ospita al Teatro Sperimentale Mistero Buffo 50 lo spettacolo più famoso di Dario Fo e Franca Rame, su iniziativa del Comune di Pesaro con AMAT e in collaborazione con Fondazione Fo Rame. Interpretato dal loro ‘discepolo’ Mario Pirovano, con la regia firmata dallo stesso Fo, Mistero Buffo è uno spettacolo esilarante, epico, provocatorio, potente, attuale e magistrale. Un capolavoro che ha segnato la storia del Novecento. Uno straordinario impasto comico-drammatico, messo in scena in Italia e all’estero, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei teatri e persino nelle chiese, le cui radici affondano nel teatro popolare, quello delle sacre rappresentazioni medievali, dei giullari e della Commedia dell’Arte.

«Sono felicissimo di poter portare in scena proprio a Pesaro – spiega Pirovano – lo spettacolo che ha reso famosi nel mondo i nostri due ultimi premi Nobel. Quale occasione migliore di questa giornata Mondiale per il teatro? Mi auguro davvero che possa essere una serata di festa popolare proprio come avrebbero voluto Dario e Franca».

Nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, occupata da oltre 2000 studenti, il 30 maggio 1969 entrò Dario Fo per presentare in anteprima assoluta il suo Mistero Buffo. Fu l’inizio di un percorso che attrasse subito centinaia di migliaia di persone, la maggior parte delle quali non frequentavano il teatro nei circuiti classici e convenzionali.

Riproposto dal 1969 ad oggi in oltre 5000 allestimenti, arricchito di volta in volta da nuove e diverse giullarateMistero Buffo è uno straordinario impasto comico-drammatico le cui radici affondano nel teatro popolare, quello delle sacre rappresentazioni medievali (chiamate misteri), dei giullari e della commedia dell’arte.

Per anni Dario Fo, insieme a Franca Rame, ha raccolto documenti di teatro popolare di varie regioni italiane e li ha ricostruiti in questo spettacolo dal sapore ironico e profetico che diverte, stimola, affascina ed ha la capacità di coinvolgere anche le più giovani generazioni. Le giullarate, infatti, affrontano tematiche sempre attuali come il potere, l’ingiustizia, la fame, la ribellione, la ricerca di una vita degna da condividere gioiosamente. La lingua in cui vengono recitate è un particolare insieme di dialetti delle regioni settentrionali e centrali dell’Italia, una lingua sempre perfettamente comprensibile grazie alla forza della gestualità che accompagna la narrazione. Si tratta di un monologo senza scenario, senza musica, senza costumi, che sollecita l’immaginazione e la partecipazione degli spettatori al punto da rendere quasi visibile, sulla scena, una molteplicità di personaggi, di oggetti e di luoghi.

Il carattere di questa recitazione riporta alla mente le origini della tradizione orale, della narrazione pura che trova la sua forza nella ricchezza del racconto e nella mimica dell’attore. È questo carattere che ha influenzato le generazioni teatrali successive a Fo e in particolare il suo diretto allievo Mario Pirovano, che da anni porta con successo i testi di Dario Fo e Franca Rame nei teatri di tutto il mondo.

Mario Pirovano nasce nel 1950 e trascorre la sua infanzia e adolescenza in campagna a Pregnana Milanese. Nella prima metà degli anni Settanta si trasferisce a Londra, dove continua a svolgere i più diversi lavori finché nel 1983 incontra Dario Fo e Franca Rame. «Vivevo a Londra da quasi dieci anni. Una sera sono andato al Teatro Riverside Studios per assistere a Mistero Buffo, fu una folgorazione. Nella lingua, nei gesti, nei personaggi e nelle storie popolari di quell’opera io ritrovavo le atmosfere e le situazioni della mia infanzia contadina. Nella denuncia dell’ingiustizia, nella voglia di riscatto e nell’ironia mi sono riconosciuto subito completamente, consapevole del valore sociale oltre che artistico del testo. Sono tornato ogni sera a teatro per rivedere lo spettacolo e conoscere, finalmente, Dario Fo e Franca Rame». Nello stesso anno entra stabilmente nella loro compagnia dove svolge le mansioni di traduttore, comparsa, aiuto elettricista, aiuto macchinista, responsabile della diffusione del materiale editoriale, direttore di scena, assistente alla regia, seguendo i due attori anche nelle tournée internazionali. Viene così a trovarsi in una posizione privilegiata, come un artista che apprende direttamente il mestiere in una bottega del Rinascimento, dalla scrittura dei testi alla prima lettura con gli attori, alle prove sul palcoscenico, ai continui cambiamenti dell’opera nel suo divenire. Nel 1991 Pirovano arriva a esibirsi lui stesso da solo sulla scena proprio con il Mistero Buffo, di cui ormai conosce ogni segreto.

Informazioni biglietteria Teatro Rossini 0721 387621, circuito AMAT/vivaticket anche online, Teatro Sperimentale 0721 387548 (il giorno di spettacolo). Inizio spettacolo ore 21.

Tre donne alte al Teatro Rossini

Tre donne alte

Da giovedì 21 a domenica 24 marzo al Teatro Rossini per la Stagione Capitale di Pesaro capitale italiana della cultura 2024 – promossa da Comune di Pesaro con AMAT e il contributo di Regione Marche e MiC – è la volta di Tre donne alte, regia di Ferdinando Bruni che affida i magnifici personaggi di questo testo di Edward Albee alla sensibilità di Ida MarinelliSara Borsarelli e Denise Brambillasca e Stepan Haban.

Tre donne alte è un testo poco rappresentato in Italia, sebbene uscito dalla penna di un drammaturgo di fama mondiale, l’americano di Edward Albee.

Vincitore del Premio Pulitzer e di tre Best Play Award nel 1994, Edward Albee ha creato con Tre donne alte un capolavoro di intelligenza, abilità teatrale e profondità. Mentre un’autoritaria, sarcastica, impietosa signora novantaduenne sta morendo, viene accudita da due donne: una cinquantenne disillusa, dalla lingua tagliente e una venticinquenne arrogante e piena di energia. E viene anche visitata dall’apparizione fantasmatica di un bellissimo ragazzo. Con i suoi dialoghi in cui affronta senza reticenze argomenti che spaziano dall’incontinenza all’infedeltà, Albee ci offre un ritratto della vecchiaia lontano anni luce da qualsiasi sentimentalismo. Le situazioni del testo sono cariche di intelligenza, dolore, ma anche di una bella dose di umorismo e divertimento; fra le righe dei suoi dialoghi spesso impietosi, l’autore ci parla di perdono, riconciliazione e del nostro destino. Ma è nel ritratto delle tre donne che sta la vera forza del testo: caratteri separati e ben distinti nel primo atto, si rivelano essere nel secondo la stessa persona in differenti età della vita.

«Acuto e tagliente come Chi ha paura di Virginia Woolf?, Tre donne alte – racconta Ferdinando Bruni – mette a nudo le verità della nostra esistenza: come viviamo, come amiamo, i nostri compromessi e infine il nostro rapporto con la morte».

La traduzione dello spettacolo – prodotto da Teatro dell’Elfo – è di Masolino D’Amico, le scene sono di Francesco Frongia, i costumi di Elena Rossi, le luci di Michele Ceglia e il suono di Gianfranco Turco.

Sabato alle ore 17 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini per Oltre la scena la compagnia incontrerà il pubblico.

Informazioni: Teatro Rossini 0721 387621, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli: giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.

Drusilla Foer al Teatro Rossini con Venere Nemica

Drusilla Foer

Drusilla Foer, attrice, cantante e autrice sarà protagonista a Pesaro da giovedì 22 a domenica 25 febbraio al Teatro Rossini con il suo nuovo spettacolo, Venere Nemica, proposto nella stagione teatrale realizzata con l’AMAT e il contributo di Regione Marche e MiC.

L’iconica Signora dallo stile unico porta in scena un testo ispirato alla favola di Apuleio Amore e Psiche, riletta in modo divertente, commovente, a tratti tragico, che tocca temi antichi e attuali, come la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna, il conflitto secolare fra uomini e dei. Gli archetipi affrontati nel testo si rivelano di un’attualità disarmante, resa ancora più evidente dal trasparire della personalità spiccata dell’interprete, nel ruolo della dea, ora vivente fra gli umani mortali, assistita da una ineccepibile Elena Talenti, cantante e attrice di musical di successo.

Venere, dea della bellezza e dell’amore esiste ancora. Creatura immortale, l’antica dea vive oggi lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti, immaturi, vendicativi, capricciosi, prigionieri come la dea stessa nell’eterna bolla di tempo che è l’immortalità. Ha trovato casa a Parigi, fra gli uomini, di cui teneramente invidia la mortalità, che li costringe all’urgenza di vivere emozioni, esperienze sentimenti. Venere può permettersi di essere imperfetta tra gli umani. Si sa, in tempi duri per tutti – in particolare per gli dei in deficit crescente di fede e consenso – potersi permettere finalmente di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere, godendo delle debolezze umane come la moda e il lusso, non è cosa da poco per la nostra immortale eroina.

Grazie al rapporto con la sua misteriosa e inseparabile cameriera, bellissima, Venere, quasi per gioco, nel momento in cui gli uomini non credono più agli dei ma agli eroi, ripiomba nel passato: nella storia di Amore, il figlio ingrato e disobbediente, e Psiche, sulla quale Venere – da suocera nemica – riversa tutto il suo rancore di dea frustrata e di madre tradita. Ma nel paradosso feroce e dolcissimo della vita che non risparmia nessuno, nemmeno gli dei, Venere insieme all’odio scoprirà anche l’amore, un amore infinito e incondizionato per quel figlio ferito che, in fuga dall’amata, torna da sua madre per curare le ferite del corpo e dell’anima.

Lo spettacolo è scritto da Drusilla Foer Giancarlo Marinelli, la regia è di Dimitri Milopulos, la produzione artistica è di Franco Godi per Best Sound, mentre la produzione esecutiva e distribuzione è di Savà Produzioni Creative.

Informazioni e prevendite

Pesaro Teatro Rossini 0721 387620, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli:  Pesaro giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.

Bentornato Teatro Rossini!

Teatro Rossini

Riapre al pubblico, dopo i lavori da 620mila euro, il Teatro Rossini, uno spazio fondamentale per la Capitale Italiana della Cultura 2024.

«Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato alla riapertura, in tempi brevi, del Teatro Rossini – ha detto il sindaco Matteo Ricci – dagli assessori Vimini e Pozzi, ai progettisti e tecnici del Comune e alle imprese. Questo è un luogo del cuore per la città, che sarà spazio fondamentale per la Capitale Italiana della Cultura 2024».  

Grazie ai due interventi paralleli (in parte) cronologicamente ma separati per sedi, tipologia e imprese esecutrici che l’Amministrazione è riuscita a mettere in campo, per un totale di 1,3milioni di euro. L’ultimo in ordine di tempo, è quello relativo alla parte del complesso che si affaccia su via Oberdan che ha avuto un cedimento del terreno sottostante.

E che ha comportato che, al primo stanziamento di 250mila euro di risorse comunali, venissero aggiunti ulteriori 370mila euro: «Il terremoto dello scorso novembre e le scosse di assestamento, hanno complicato gli interventi previsti su questa porzione facente parte di uno dei diversi edifici che compongono il complesso del Teatro, il più recente e dalle scarse fondamenta», ha spiegato Daniele Vimini, vicesindaco assessore alla Bellezza, che ha aggiunto: «Abbiamo quindi rivisto il progetto, cercato e messo in campo le economie necessarie a un intervento davvero importante. È stato complicato ma alla fine abbiamo centrato l’obiettivo che ci eravamo dati: la riapertura del Teatro alla città entro l’estate, in tempo per un autunno che si direzionasse all’anno della Capitale». 

L’altro intervento è quello della Sala della Repubblica, «che ancora non abbiamo inaugurato ufficialmente – lo faremo sabato 7 – ma che è già attiva dalla primavera; stagione a partire dalla quale non ha mai mai avuto un giorno di stop tra gli eventi aperti al pubblico e quelli “in back”. È uno spazio innovativo e funzionale, un luogo in grado di lavorare in contemporanea al Teatro, uno spazio fondamentale per una città che ospita tante produzioni» ha aggiunto Vimini

Il “Bentornato Teatro Rossini”, l’Amministrazione comunale lo dà con un cartellone di eventi che da sabato 7 a domenica 15 ottobre racconterà #lanaturadellacultura di Pesaro 2024: articolata, creativa, musicale, che guarda all’ambiente, che si eleva e amplifica utilizzando con sapienza l’innovazione tecnologica. Nel segno di una condivisione e apertura massima alla città, «con l’augurio che siano i pesaresi i primi ambassador del luogo, soprattutto in vista dell’anno magico di Pesaro2024» dicono Ricci, Vimini e Pozzi. Elaborato dal Comune di Pesaro e AMAT, in collaborazione con Associazione Amici Della Prosa – Festival GAD, Ente Concerti, Fondazione Don Gaudiano, Teatro Skené – il cartellone prevede una no-stop di 9 giorni di spettacoli, concerti e incontri.  

Informazioni e prevendite alla Biglietteria del Teatro Rossini e su teatridipesaro.it