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“La Natura della Cultura”, per immaginare la città che non c’è

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"La Natura della Cultura", per immaginare la città che non c’è

Presentato alla commissione del MiC il progetto di candidatura di Pesaro2024.
  • S’intitola "La natura della Cultura" il dossier presentato da Pesaro città finalista a Capitale italiana della Cultura 2024, ieri, alla commissione del Ministero della Cultura durante l’audizione che si è svolta dall’auditorium Pedrotti.
  • «Il presente ci pone nuove sfide, a cui dobbiamo rispondere con nuove risposte e abitudini individuali e collettive» ha spiegato la filosofa Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Festival. E la candidatura immagina la città che non c’è ripensandola a partire da un nuovo modo di abitare, «Abitare lo spazio, abitare il tempo», per «tornare ad abitare poeticamente il mondo, ritrovare l'armonia tra ambiente e città, paesaggio e cultura. Che sono un unico paesaggio culturale plasmato dalle nostre memorie e desideri. Quando il mondo si trasforma in incubo distopico è necessario costruire un’utopia locale, modello per utopia globale».
  • "La natura della cultura" si muove nell’arco di 50 settimane coinvolgendo le 52 città della provincia (a iniziare da Fano, per concludere a Urbino) e raccoglie oltre 50 interventi articolati in 5 sezioni che declinano il rapporto tra arte, cultura e tecnologia.
  • Nella prima, La natura mobile della cultura, la Bicipolitana sarà il luogo in cui disseminare installazioni sonore mobili; qui le strutture ricettive diventeranno hotel labyrint con stanze trasformate in luoghi per residenze artistiche. Ci sarà anche “Danzando memorie sul mare”, che riporterà alla luce archivi sonori di tradizioni perdute».
  • Con la seconda La natura ubiqua della cultura Pesaro mira a ribaltare il rapporto tra centro e periferia attraverso l’“Atlante delle emozioni” destinato ai cittadini; attraverso il progetto che accende i riflettori su quelle architetture moderne divenute invisibili allo sguardo; attraverso le “valigie digitali”, che dà attenzione alle Sim card dei migranti, unica valigia del loro viaggio.
  • La natura imprevedibile della cultura, recupera invece oggetti per riscrivere un nuovo domani. Qui la colonia di Villa Marina è ripensata come centro culturale; qui “Sculture in città reloaded”, permetterà ai 13 tra quartieri e municipio, di ospitare altrettante residenze artistiche; qui i “Magazzini Rossini” apriranno alla città le scenografie del Rof permettendo alle associazioni di dare nuova vita agli oggetti delle opere.
  • La quarta sezione, La natura operosa della cultura, si rivolge al passaggio di competenze. Qui il “Blu, colore della cuccagna” usato per dipingere i capolavori rinascimentali, viene riportato in vita e “Oceano Adriatico”, diventato ormai un vero brand cittadino”, spinge a riflettere su nuova politica del rumore.
  • C’è poi La natura vivente della cultura, che impone un nuovo patto con l’ambiente. Un bosco risonante, composto da 33 alberi monumentali, racconterà una storia millenaria» mentre con la performance “Rising room”, i visitatori potranno avere un incontro con Marina Abrahmovich mentre l’artista viene lentamente inghiottita dall’acqua.