Villa Imperiale

Cultura

Esempio tra i più interessanti di architettura manierista in Italia, la villa viene costruita nel corso di due secoli. La prima pietra è posta nel 1468 dall’imperatore Federico III d’Asburgo, ospite di Alessandro Sforza a Pesaro. Dopo aver riconquistato nel 1521 il ducato usurpato dai Medici, Francesco Maria I Della Rovere incarica l’architetto Girolamo Genga di aggiungere un nuovo corpo di fabbrica e di trasformare il complesso in villa di delizia (1523-’38). La moglie Eleonora Gonzaga ne segue la realizzazione, affidando a Pietro Bembo il testo delle iscrizioni nella facciata e nel cortile d’onore. L’ala roveresca è concepita come un organismo chiuso da mura di cinta che includono anche i tre giardini adagiati sul colle, caratterizzati da una gran varietà di essenze pregiate tipiche della cultura classica e rinascimentale. Al Genga si deve anche il coordinamento della decorazione interna alla quale collaborano, tra gli altri, Dosso e Battista Dossi, Raffaellino del Colle, il Bronzino, Francesco Menzocchi. Il ciclo pittorico che si estende nelle otto sale al primo piano della villa sforzesca, rappresenta i temi della natura, dell’antico, dell’amore e le imprese di Francesco Maria I. Nel 1635 la villa entra nel patrimonio dei Medici, dopo le nozze di Ferdinando II con Vittoria ultima erede dei della Rovere, per passare poi ai Lorena. Venduta alla Camera Apostolica, nel 1777 viene concessa in enfiteusi perpetua da Pio VI alla famiglia Albani, attuale proprietaria.
Disponibilità

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Contatti

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