Esercizio #3

La città spazio-temporale. Idee, visioni e progetti per un urbanismo di prossimità.
  • La città spazio-temporale nasce come residenza creativa dedicata a immaginare nuovi ritmi di vita urbana, nuovi modi di occupare lo spazio e il tempo e trasformare l’uso che facciamo dell’uno e dell'altro. Il lavoro dei partecipanti è partito dall’attuale mappa dei quartieri di Pesaro per immaginare quartieri a geometria variabile e composizione ibrida, i cui confini, variano e si estendono in funzione dei bisogni e desideri plurali degli abitanti.

Fase 1 - Residenza creativa

Istituto Tecnico Commerciale Bramante Genga - Centro Arti Visive Pescheria Pesaro 3- 7 settembre 2021
4 idee per la città che non c’è La residenza creativa ha generato 4 idee per la città spazio-temporale, primi paletti in un territorio ancora quasi del tutto sconosciuto. Segni, parole, concetti e progetti iniziano a popolare una mappa in gran parte ancora bianca e uno spazio in gran parte ancora vuoto, e per questo pronto a incubare l’inconcepibile.
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Idea #1.
Verde di soglia
Dalle osservazioni e le idee di Silvina Sanzo Silvina ha condotto gli esercizi di ascolto della città a partire dal bisogno di muoversi e prendersi cura del proprio corpo innescato o accelerato dalla condizione di immobilità forzata imposta dalle misure di lockdown a partire da marzo 2020. Camminare, correre, passeggiare, sostare all’aria aperta sono esigenze che muovono il desiderio di percorsi urbani verdi, di pensare alle diverse aree di verde anche come tappe di percorsi fra quartieri, “stretching spaces” che “creano spazio” fra le ossa e i muscoli del corpo e fra gli interstizi e le atrofie delle aree urbane. L’idea è quella di sfruttare il design per realizzare oggetti per lo stretching in sintonia con la morfologia degli spazi, che, uniti a quanto già esistente, possano accompagnare il movimento del corpo.
L’oggetto deve essere in grado di accompagnare i corpi anche di coloro che non hanno esperienza di stretching e, possibilmente, accompagnato da istruzioni di immediata comprensione, comprese di rilievi in Braille. L’area verde di Montegranaro sarà il primo spazio-pilota del quartiere dell’immaginario, il “tratto non adattivo” della biologia urbana eletto a scenario del possibile.
Idea #2.
FaboulousLab
Dalle osservazioni e idee di Renzo Guerra, Luca Moroni, Alessandra Nencioni, Silvina Sanzo, Francesca Tiberi Gli esercizi di osservazione partecipante, ascoltare la città, hanno portato l’attenzione su una pluralità di “spazi di scarto”, aree prive di funzione o identità precisa, prive di un senso e ruolo specifico nel piano urbano e nell’esistenza quotidiana degli abitanti. Come si sono trasformati, oggi, gli spazi creati negli anni 70/80?
Le esigenze contemporanee sono profondamente cambiate, eppure siamo circondati da spazi, oggetti e materiali di “scarto”, servizi desueti (cabina telefonica), aree utilizzate come discarica, eco-mostri di strutture industriali dismesse. Rivalutare queste aree significa ridare un senso al nostro futuro. Queste scorie dell’evoluzione urbana, tecnologica e civica dischiudono forse una possibilità per il futuro e ci segnalano lo spazio per una diversa direzione del presente.
Idea #3.
Geografie dell’interstizio
Geografie dell’interstizio è un’azione di mappatura degli “scarti dell’evoluzione urbana”. Esistono in ogni città luoghi che hanno perso un senso o un’identità precisa, che, con l’evoluzione, sono stati abbandonati o restano poco utilizzati. L’area verde nel quartiere di Montegranaro che ha generato “Verde di soglia” e il deposito di legnami a Villa San Martino che potrebbe diventare un FabLab sono i primi “spot” di una contro-mappatura che invita ad essere ripopolata.
L’invito è quello di esplorare i quartieri e i comuni alla ricerca dei loro “tratti non adattivi”, dei luoghi o edifici residuali che, rispetto alla vita quotidiana contemporanea, potrebbero essere reinterpretati, che intercettano un desiderio, un bisogno, un domani possibile. Coloro che aderiscono all’iniziativa possono a inviare le proprie segnalazioni / osservazioni / proposte a comitato.pesaro2024.it con oggetto “geografie dell’interstizio”.
Idea #4.
La città bambina
La città bambina è un gioco di rifondazione immaginaria della vita urbana, di cui niente sappiamo se non che a fondarla sono tredici divinità bambine, che, come quelle che popolano i miti e le leggende picene, nascono con la memoria di comunità, detengono e conservano ognuna delle pratiche e delle soluzioni maturate nei secoli per affrontare il pericolo e la catastrofe, per curare le ferite del corpo e dello spirito, per superare i momenti di bisogno e sanare l’infelicità. Ognuna è un burattino, un essere mai nato, ma da sempre vivo, in grado di accogliere tutte le storie e le parole del mondo e personalità forte e viva che imprime su ognuna la propria identità unica.
I 13 burattini, di numero uguale ai 13 quartieri di Pesaro, doppiano la geografia urbana sul terreno dell’immaginazione, ognuno detentore di uno dei tredici valori fondanti della città possibile. Scuole primarie e secondarie, circoli e associazioni culturali, scrittori, artisti e cittadini di tutte le età, sono invitati a dare forma, voce e vita a queste divinità possibili, immaginando i loro dialoghi e soprattutto cosa rispondono agli abitanti che cercano il loro consiglio.

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Capolinea Under22, prosumer nativi e reportage urbano.
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Fase 2 - Progettazione culturale di prossimità.

15 ottobre 2021 – 15 gennaio 2022
La seconda fase invita gli abitanti a raccogliere i semi di futuro gettati dai “primi cittadini” del quartiere dell’immaginario e accelerare la sperimentazione innescata dai primi lavori della città che non c’è.