Il tema principale della candidatura - il rapporto fra arte, ambiente e tecnologia - annoda rigenerazione urbana, green economy e felicità sociale. Le forze espresse dai 7 cluster UNESCO (artigianato, design, cinema, gastronomia, arti digitali, manifattura e musica) e diffuse sull'intero territorio provinciale sono invitate a stringere nuovi rapporti e creare nuove sinergie per il rilancio di un'intera comunità.
Un viaggio che parte dell'esistente per elaborare un percorso verso una città ed un territorio ideali, attraverso il contributo di artisti, professionisti, abitanti, associazioni, turisti, portatori di interesse che gravitano intorno a Pesaro. Questo significa ripartire dall'ascolto e dalla condivisione di esigenze comuni.
Occorre puntare sull'anima della terra e sui modi di trasmetterla: la "creatività del fare" accomuna l'artista e l'artigiano, l'imprenditore e il cittadino attivo. Una sfida che deve superare i confini dei colori politici e guardare ad un obiettivo di rilancio di una intera comunità.
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Città
Quartieri capoluogo
della cultura
Nell'ambito del percorso di costruzione della candidatura di Pesaro a Capitale italiana della cultura 2024 il Comune ha promosso il coinvolgimento dei 13 quartieri della città per il conferimento del titolo "Quartiere/Municipio capoluogo della cultura nella città di Pesaro". Lo scopo è quello di stimolare un percorso fattivo e partecipato dai cittadini nella costruzione della candidatura 2024, attraverso l'elaborazione di progettualità aventi durata semestrale (poi estesa ad un anno) con cui ottenere l'attribuzione del titolo.
Le attività culturali da proporre, come strumento di benessere individuale e collettivo, sono prive di fini di lucro e sono volte a favorire la diffusione dei contenuti per incentivare l'animazione territoriale, con possibili ricadute turistiche. I progetti devono anche essere in grado di creare connessioni con uno o più cluster UNESCO, nonché con uno o più dei principali ambiti di attività della città e relativi brand identitari. Le proposte, costituite secondo i principi di integrazione, inclusione e coesione sociale, vengono selezionate da un'apposita commissione in base ai requisiti della programmazione scelta, valutate sulla base di criteri oggettivi e relativi indicatori.
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Qui
Quartiere dell'immaginario
Il Quartiere dell'Immaginario è la città che non c'è e l'esercizio di immaginarla a partire dal desiderio degli abitanti: quartiere perché in prossimità ai luoghi e ai soggetti reali che popolano concretamente il territorio; immaginario perché cerca i propri strumenti nell'immaginario e perché le sue geometrie e le sue coordinate, le forme di vita associata che predispone, devono ancora essere immaginate.
Esercitare l'immaginazione significa imparare ad ascoltare più a fondo la realtà e ad ignorarla, a domandarci cosa vogliamo essere o fare dimenticando tutto ciò che sappiamo o crediamo di sapere, chiederci cosa abbiamo da dire dimenticando tutti gli argomenti che conosciamo. Significa sospendere i pregiudizi, i freni, i luoghi comuni, i preconcetti che la città nutre verso sé stessa e la propria identità e interrogarsi a fondo su cosa desidera, su cosa vuole essere e diventare. Il QUartiere dell'Immaginario è il cantiere della Pesaro che ancora non c'è, laboratorio aperto in cui idee, sogni, visioni e desideri possono iniziare a prendere forma e trovare posto.
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Esplora gli esercizi
Esercizio #1Si tratta di un progetto rivolto alle cittadine e ai cittadini, fra i 16 e i 22 anni, interessati a sperimentare nuovi formati, linguaggi e temi del reportage. L’esercizio ha l’obiettivo di stimolare e supportare la sperimentazione di nuovi formati, linguaggi e temi del documentario, in particolare fra coloro interessati ai nuovi media e alle nuove forme della comunicazione web e social.
Con “prosumer nativi” si pone l'accento sulla dimensione attiva e creativa dell’“alfabetizzazione digitale”: le pratiche mediali di adolescenti e giovani producono continuamente nuove capacità di raccontare, di sfruttare a pieno le potenzialità dei software di ripresa e manipolazione audio e video, di gestire formati di breve e brevissima durata, di sviluppare tecniche e pratiche di montaggio e post-produzione, di creare prodotti multimediali complessi e efficaci.
La prima fase di #capolinea under22 ha incubato la produzione di un cortometraggio d’autore con cui il ventunenne Elia Mazzini interroga le immagini e le pratiche urbane della Pesaro contemporanea, giocando fra lo sguardo fisso e distante delle telecamere di sicurezza situate in alcuni punti topici della città e lo sguardo mobile e prossimo degli skater pesaresi.
"PESRE" di Elia Mazzini con la collaborazione di Elena Tombari
PESRE racconta Pesaro attraverso i giovani, a partire dal modo in cui interagiscono con la città.
Vai al videoLa seconda fase invita gli studenti delle scuole superiori e delle accademie e università di cinema e audiovisivi, i neodiplomati e gli amanti dei nuovi media sotto i 22 anni a partecipare a #CapolineaUnder22, estendendo l’esercizio ai propri quartieri e Comuni. I partecipanti, individualmente o a gruppi, sono invitati a scegliere un percorso pedonale o di trekking, una linea urbana o extraurbana, bicipolitana o extrapolitana e a percorrerlo/a più volte, a attraversare la propria città o il territorio da un capolinea all’altro e nei due sensi, a scendere e esplorare a piedi i dintorni delle varie fermate o il tragitto fra l’una e l’altra, e realizzare infine un “racconto digitale” di questi viaggi. Si privilegia la scelta di utilizzare e ibridare le tecniche di fotografia, ripresa audio/video e/o comunicazione web/social che già conoscono o a sperimentarne di nuove.
Identità visiva come bene comune nasce con l’obiettivo di immaginare la città possibile tramite la lente della grafica e in particolare della grafica utile, poggiando sulla forte cultura e tradizione di visual design e comunicazione visiva del territorio. Il progetto guarda in particolare a Massimo Dolcini e all’idea di una grafica a tutti gli effetti “pubblica”, in grado di interpretare la realtà sociale e culturale del territorio e dialogare con i suoi immaginari, capace di parlare a tutti perché viva e al presente.
La prima fase di #CapolineaUnder22 ha incubato la produzione di un cortometraggio d’autore con cui il ventunenne Elia Mazzini interroga le immagini e le pratiche urbane della Pesaro contemporanea, giocando fra lo sguardo fisso e distante delle telecamere di sicurezza situate in alcuni punti topici della città e lo sguardo mobile e prossimo degli skater pesaresi.
Un logo per la città che non c’è. Esercizi di identità visiva per Pesaro 2024. La riflessione e il lavoro dei partecipanti ha generato progetti di identità visiva cittadina che sono sfociati in alcune proposte di logo per Pesaro candidata capitale italiana della cultura 2024.
Scarica il programmaGrafici e illustratori di ogni ordine e grado di formazione sono invitati a esercitarsi a immaginare la città che non c’è, a dare una faccia al proprio quartiere, comune o territorio che traduca non tanto quello che è ma quello che potrebbe essere, quello che vuole diventare.
Questo Esercizio coinvolge anche i Quartieri della città e i Comuni della Provincia, invitati a collaborare con gli studenti, i grafici, i creativi del territorio per nutrire un’identità visiva comune a partire da un nuovo sguardo sui propri spazi, le proprie pratiche, il proprio patrimonio materiale e immateriale.
A disposizione dei partecipanti un e-learning kit realizzato dai docenti e gli esperti che hanno accompagnato le residenze creative.
Un sabato al mese si terrà una sessione di co-design, presso sedi da definire diffuse sul territorio della provincia, dove docenti e tutor supporteranno lo sviluppo di loghi, icone, illustrazioni che diano una faccia, o molte facce, alla città di domani.
I progetti saranno valutati da una giuria di esperti e una commissione cittadina; i sei progetti che meglio interpreteranno l’esercizio confluiranno in una serie di francobolli su Pesaro-Urbino 2033 Città Possibile da sottoporre al Ministro dello Sviluppo Economico entro il 30 maggio 2022 per l’emissione.
La città spazio-temporale nasce come residenza creativa dedicata a immaginare nuovi ritmi di vita urbana, nuovi modi di occupare lo spazio e il tempo e trasformare l’uso che facciamo dell’uno e dell'altro. Il lavoro dei partecipanti è partito dall’attuale mappa dei quartieri di Pesaro per immaginare quartieri a geometria variabile e composizione ibrida, i cui confini, variano e si estendono in funzione dei bisogni e desideri plurali degli abitanti.
4 idee per la città che non c’è. La residenza creativa ha generato 4 idee per la città spazio-temporale, primi paletti in un territorio ancora quasi del tutto sconosciuto. Segni, parole, concetti e progetti iniziano a popolare una mappa in gran parte ancora bianca e uno spazio in gran parte ancora vuoto, e per questo pronto a incubare l’inconcepibile.
Scarica il programmaDalle osservazioni e le idee di Silvina Sanzo
Silvina ha condotto gli esercizi di ascolto della città a partire dal bisogno di muoversi e prendersi cura del proprio corpo innescato o accelerato dalla condizione di immobilità forzata imposta dalle misure di lockdown a partire da marzo 2020. Camminare, correre, passeggiare, sostare all’aria aperta sono esigenze che muovono il desiderio di percorsi urbani verdi, di pensare alle diverse aree di verde anche come tappe di percorsi fra quartieri, “stretching spaces” che “creano spazio” fra le ossa e i muscoli del corpo e fra gli interstizi e le atrofie delle aree urbane.
L’idea è quella di sfruttare il design per realizzare oggetti per lo stretching in sintonia con la morfologia degli spazi, che, uniti a quanto già esistente, possano accompagnare il movimento del corpo.
L’oggetto deve essere in grado di accompagnare i corpi anche di coloro che non hanno esperienza di stretching e, possibilmente, accompagnato da istruzioni di immediata comprensione, comprese di rilievi in Braille. L’area verde di Montegranaro sarà il primo spazio-pilota del quartiere dell’immaginario, il “tratto non adattivo” della biologia urbana eletto a scenario del possibile.
Dalle osservazioni e idee di Renzo Guerra, Luca Moroni, Alessandra Nencioni, Silvina Sanzo, Francesca Tiberi
Gli esercizi di osservazione partecipante, ascoltare la città, hanno portato l’attenzione su una pluralità di “spazi di scarto”, aree prive di funzione o identità precisa, prive di un senso e ruolo specifico nel piano urbano e nell’esistenza quotidiana degli abitanti.
Come si sono trasformati, oggi, gli spazi creati negli anni 70/80?
Le esigenze contemporanee sono profondamente cambiate, eppure siamo circondati da spazi, oggetti e materiali di “scarto”, servizi desueti (cabina telefonica), aree utilizzate come discarica, eco-mostri di strutture industriali dismesse. Rivalutare queste aree significa ridare un senso al nostro futuro. Queste scorie dell’evoluzione urbana, tecnologica e civica dischiudono forse una possibilità per il futuro e ci segnalano lo spazio per una diversa direzione del presente.
Geografie dell’interstizio è un’azione di mappatura degli “scarti dell’evoluzione urbana”. Esistono in ogni città luoghi che hanno perso un senso o un’identità precisa, che, con l’evoluzione, sono stati abbandonati o restano poco utilizzati.
L’area verde nel quartiere di Montegranaro che ha generato “Verde di soglia” e il deposito di legnami a Villa San Martino che potrebbe diventare un FabLab sono i primi "spot" di una contro-mappatura che invita ad essere ripopolata.
L’invito è quello di esplorare i quartieri e i comuni alla ricerca dei loro “tratti non adattivi”, dei luoghi o edifici residuali che, rispetto alla vita quotidiana contemporanea, potrebbero essere reinterpretati, che intercettano un desiderio, un bisogno, un domani possibile.
La città bambina è un gioco di rifondazione immaginaria della vita urbana, di cui niente sappiamo se non che a fondarla sono tredici divinità bambine, che, come quelle che popolano i miti e le leggende picene, nascono con la memoria di comunità, detengono e conservano ognuna delle pratiche e delle soluzioni maturate nei secoli per affrontare il pericolo e la catastrofe, per curare le ferite del corpo e dello spirito, per superare i momenti di bisogno e sanare l’infelicità.
Ognuna è un burattino, un essere mai nato, ma da sempre vivo, in grado di accogliere tutte le storie e le parole del mondo e personalità forte e viva che imprime su ognuna la propria identità unica.
I 13 burattini, di numero uguale ai 13 quartieri di Pesaro, doppiano la geografia urbana sul terreno dell’immaginazione, ognuno detentore di uno dei tredici valori fondanti della città possibile.
Scuole primarie e secondarie, circoli e associazioni culturali, scrittori, artisti e cittadini di tutte le età, sono invitati a dare forma, voce e vita a queste divinità possibili, immaginando i loro dialoghi e soprattutto cosa rispondono agli abitanti che cercano il loro consiglio.
Esercizi
Esercizi di cittadinanza culturale
Gli esercizi di cittadinanza culturale sono uno strumento di coinvolgimento della comunità nel quartiere dell'immaginario, spazi trasversali di pensiero, creazione e progettazione in cui vagliare il possibile ed esplorare l'ignoto a partire da una nuova consapevolezza dell'esistente, e in cui guardare l'esistente a partire da desideri ed esigenze che ancora non hanno né forma né nome preciso.
Spazi in cui mettere a fuoco desideri e valori inespressi, sperimentare nuove forme di ascolto e osservazione di sé e della città, raffigurarsi e raffigurare nuove forme di vita in comune. Esercitare l'immaginazione significa imparare ad ascoltare più a fondo la realtà, domandandoci cosa vogliamo essere o fare, dimenticando tutto ciò che sappiamo o crediamo di sapere.
La città di Pesaro è stata proclamata Capitale italiana della cultura per il 2024 il giorno 16 marzo 2022 durante la cerimonia svoltasi presso il Ministero della Cultura.
La giuria ha premiato il dossier “La natura della cultura” con la seguente motivazione:
“La città di Pesaro offre al Paese una eccellente candidatura basata su un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico.
In questa prospettiva la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia, tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza come riconoscimento e come pratica attraverso concreti esercizi, oggi più che mai, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che l’incertezza dei tempi propone.
La valorizzazione del rapporto tra città e territorio con un programma esteso in modo articolato a tutti i comuni della provincia integra voci, rendendo corale il conseguimento del titolo di Capitale della cultura.”